Come insegnare ad uno studente dislessico (ma anche non!) – Parte 1

Pochi giorni fa, grazie ad una segnalazione che è stata fatta dalla AID (Associazione Italiana Dislessia), la giornalista Isabella Colombo mi ha intervistato per la rivista “Donna Moderna”, che da alcune settimane sta pubblicando un interessantissimo speciale sulla dislessia e in generale i DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento).

Poiché i temi emersi nel corso della intervista sono davvero tanti e tutti strettamente correlati (oltre che importanti non solo nei riguardi degli studenti con DSA, ma di tutti gli studenti!), in questa serie di articoli vorrei provare a metterne sul tavolo alcuni, che – se a qualcuno interessa! – approfondiremo in seguito.

Una didattica che sia contemporaneamente efficace, inclusiva, divertente, sostenibile, rivolta non solo alla testa ma anche al cuore e allo spirito… e soprattutto che stimoli una persona ad “imparare ad imparare” in autonomia per il resto della propria vita è un po’ come il … Santo Graal (!?); quindi impossibile sperare di trovarla così facilmente.
Ma perlomeno alcuni principi, alcune strategie ed alcune buone pratiche che cerco di attuare in classe sono certo che vadano in quella direzione, in base ai feedback degli studenti; pertanto le condivido volentieri, sperando di ricevere critiche, suggerimenti, pareri, domande…. che saranno sempre bene accetti e molto graditi.

1) Ispirazione

“Non hai una seconda possibilità di fare una buona prima impressione!”, si dice… Pertanto, soprattutto all’inizio dell’anno scolastico, ma in generale ogni volta che ciò sia possibile, è necessario ispirare gli studenti, con esempi pratici di quello che si sarà in grado di fare e di realizzare con le proprie mani e la propria testa.

Le parole spesso non bastano ed è qui che la multimedialità aiuta parecchio: se ad esempio alla fine dell’anno – come ultima valutazione – si fa creare ad uno studente un portfolio di tutto il lavoro personalmente svolto, con esempi, immagini, video, testi, riflessioni, ecc., esso può essere mostrato ai nuovi studenti l’anno successivo. Vedendo certi lavori, realizzati in poco tempo e con una così grande cura, non si può che esserne ispirati! Ad esempio, eccone uno di Giorgia, classe 4^:

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Ogni presentazione ben fatta richiede tempo ed è la dimostrazione che si sono acquisite molte competenze, anche trasversali.

Per alcuni è ancora più ispirante vedere un video realizzato dai propri coetanei (che grazie a software freeware come Adobe Spark Video oppure Powtoon sono alla portata di tutti i docenti e gli studenti). Dietro ad un video, infatti, c’è anche la stesura più o meno implicita di uno storyboard e quindi sono richieste competenze comunicative ulteriori.

Ad esempio, eccone uno sul cono dell’apprendimento di Dale realizzato da Alessandra, classe 2^, con interessanti spunti personali:

Eccone uno sulle conseguenze della guerra in Siria (per una ipotetica raccolta fondi), realizzato da Sofia, classe 2^:

Ed uno più ‘leggero’ sulle …meraviglie dell’alimentazione giapponese, realizzato da Daria, classe 2^:

Questi video sono stati realizzati, partendo da zero, dopo le uniche due lezioni dedicate all’argomento, grazie alla loro voglia di comunicare qualcosa in cui credono, alla tecnologia “user friendly”… e alla LORO voglia di imparare ad usarla!

Tutti abbiamo qualcosa da comunicare… e nel comunicarlo apprendiamo molto, anche senza rendercene conto.
Padroneggiare strumenti che ci permettano di farlo in maniera più “multimediale” e semi-professionale è qualcosa alla portata di tutti, grandi e piccoli, studenti con DSA o no… E questo dà MOLTA ispirazione. E soprattutto, memori degli insegnamenti impliciti nel “Cono dell’apprendimento” visto sopra, tutto questo rende gli studenti parte attiva e creativa e quindi …con risultati migliori a scuola e con molta più motivazione in ciò che fanno.

Nel prossimo articolo approfondiremo il secondo punto della mia lista, che è proprio la motivazione.
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