Scritto da John Taylor Gatto, Insegnante, Autore di:
“Storia nascosta dell’Istruzione in America”
e “Armi di Istruzione di Massa”.
(Articolo precendente: LINK) (Articolo successivo: LINK)
La terza lezione che insegno ai ragazzini è l’indifferenza. Insegno ai bambini a non interessarsi e non avere cura per niente in particolare, anche quando vorrebbero dimostrare che si stanno interessando a qualcosa.
Riesco a farlo in modo molto sottile e sofisticato.
Riesco a insegnare indifferenza quando pretendo che si coinvolgano nella mia lezione, li faccio fremere sulle loro seggiole, gareggiando fra di loro per riuscire ad avere la mia attenzione e la mia preferenza.
E’ davvero commovente vedere questo loro comportamento, lo è per me come lo è per tutti. Quando esprimo il meglio di me stesso riesco a programmare le mie lezioni in modo da ottenere questa precisa manifestazione di entusiasmo.
Però quando suona la campanella insisto perché interrompano tutto quello che stanno facendo e ogni tipo di attività che stavamo svolgendo insieme. Li faccio passare in fretta alla successiva classe e materia di studio. (Negli Stati Uniti non sono gli insegnanti a spostarsi di classe in classe ma sono i ragazzini che si spostano di volta in volta nella classe a cui sono stati assegnati, da questo punto di vista la classe non è un gruppo omogeneo coma da noi, i compagni di classe cambiano da una lezione all’altra NdT.)
Devono accendere e spegnere la loro attenzione come fossero un interruttore, nella mia ora di lezione non si porta mai a termine niente che sia importante e la stessa cosa avviene per qualsiasi altra lezione di cui io sia a conoscenza.
Non c’è niente di completo nelle esperienze degli studenti e non c’è niente che arrivi per davvero ad essere completato, con l’eccezione dei pagamenti rateali della retta della scuola.
L’esperienza del suono della campanella, in realtà e in profondità insegna che non esiste nulla che sia così importante e meritevole di essere portato a termine. Quindi, perché prendersi il disturbo di approfondire e importarsene di una qualsiasi cosa?
Anni e anni di campanelle condizionano tutti (tranne i più forti di carattere) che nel mondo non esiste un solo compito che valga la pena di portare a termine, non c’è niente che sia così importante fare.
La campanella è la logica nascosta del “tempo scolastico”, le sue ragioni sono inesorabili.
Il suono della campanella distrugge il passato e il futuro, rendendo ogni intervallo di tempo un immobile presente, sempre uguale a sé stesso. Così come una mappa geografica rende uguali tutti i monti e i fiumi anche se nella realtà non lo sono.
Il suono della campanella impregna di un senso di indifferenza ogni singola attività, iniziativa o progetto.
FINE DELLA TERZA “LEZIONE”, CONTINUA…
Tradotto per il sito http://www.italocillo.it/
Comments 1
Pingback: Le 7 lezioni insegnate a scuola da tutti gli insegnanti (che lo sappiano o meno) – Lezione 4: la dipendenza emotiva | Sito personale di Luca Chiesi